mercoledì 18 dicembre 2013

Un mondo in crisi

Al giorno d'oggi è  impossibile non sentire o non aver mai sentito parlare della fantomatica crisi economica mondiale. La città di Venezia per nostra fortuna risulta ancora come un paradiso indipendente a questo deleterio male  che meschinamente si è impossessato dell'economia del nostro pianeta. Ma questo cataclisma, dove nasce? la crisi ormai è stata "battezzata" con il nome di "crisi del duemila", sebbene secondo le stime degli economisti ha cominciato ad essere mondiale all'inizio dell'anno 2008. La goccia che ha dato vita a quanto stiamo vivendo ancora oggi, facendo, come si suol dire, traboccare il vaso, è stata la cosiddetta crisi finanziaria dei Subprime, causata verso la fine dell'anno 2006 da parte delle banche statunitensi. Per Subprime si intendono quei mutui quasi privi di una garanzia, quindi facilmente adottabili anche dalle classi popolari più povere. La carenza di una valida garanzia di questi mutui e l'adattamento da parte di chi non poteva permetterseli ha comportato un rapido pignoramento dei beni materiali di quest'ultimi, mandando sul lastrico una buona parte della popolazione statunitense. Questo rapido impoverimento ha comportato anche una svalutazione dei beni immobili, dato che la classe media non poteva permettersi più l'acquisto di essi. Brevemente questo fantasma ha infestato tutti i paesi connessi all'America, compreso il nostro. Contemporaneamente in quei anni è avvenuto un grosso aumento del costo del petrolio che ha stabilito fino ai nostri giorni chi è il giocatore e chi sono le pedine nel gioco mondiale dell'oro nero. Molti politici ed economisti spacciano il 2014 come "l'anno della ripresa" ma, a mio parere, queste affermazioni non sono altro che futile demagogia.
Considerando tutti i debiti di tutti i vari paesi come un'unica somma di denaro, i beni materiali terrestri e tutta la produzione umana possibile non sarebbero in grado di eguagliarla. Questo fa capire come materialmente questa crisi non abbia senso dato che non trova una soluzione nel mondo reale, ma soltanto in quello virtuale ed è proprio questo il concetto chiave che fa intuire dov'è stato l'errore che ci ha messi tutti in crisi: L'unione tra la finanza e l'economia, termini che oggi purtroppo hanno assunto quasi lo stesso significato. Più che altro non è la finanza in sé il problema poichè sotto molti aspetti può essere considerata come una facoltà a vantaggio del benessere, ma il carattere d'azzardo che purtroppo ha assunto all'interno dell'economia la rende uno dei più grandi mali con il quale l'uomo è costretto a scontrarsi. Gli economisti e le grandi potenze mondiali dovrebbero puntare a radere a zero questa finanzeconomia e improntare il mondo ormai totalmente globalizzato verso un nuovo sistema economico, sociale e soprattutto politico. D'altronde a differenza del passato dove le guerre radevano al suolo le città e quindi l'economia rinasceva grazie alla ricostruzione edile, noi oggi viviamo in un'epoca dove una guerra non porterebbe alla sola distruzione delle opere artificiali ma metterebbe in pericolo l'esistenza della vita sul pianeta e il pianeta stesso. Trovo enigmatico il fatto che la nostra economia trova la sua culla nella guerra e la morte nella pace.

"La razza umana è diventata forte nella lotta perpetua, e non potrà che perire in una perpetua pace."
cit. Adolf Hitler

Nicola Rosso

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