mercoledì 18 dicembre 2013

“Resistere non è solo un dovere, ma una necessità dei giovani”

Apriamo con una frase di Maria Cervi, figlia di Antenore Cervi ( per scoprire di più su Antenore e i suoi fratelli leggi gli articoli dell’anno passato), il nuovo articolo della sezione personaggi. Anche se Maria non è la protagonista di questo articolo, riassume perfettamente il pensiero del personaggio di questo mese: il comandante partigiano Alessandro Gallo, nome di battaglia “Garbin“.  Chi crede di non averlo mai sentito nominare si sbaglia. Infatti, al comandante è dedicata una delle  vie principali del Lido di Venezia, isola dove è cresciuto. Quando parliamo di partigiani molto spesso prendiamo  esempi molto lontani da noi, ignorando quelli che sono ogni giorno sotto i nostri occhi. Il nome di Gallo possiamo leggerlo tutti i giorni nell’androne del nostro Liceo, dove è affissa una targa a suo nome. Come mai nel nostro Liceo? Lo scoprirete solo leggendo.

Alessandro nasce a Venezia nel 1914. Frequenta il liceo Marco Polo, e, proprio come noi, in questa fase della vita sceglie la sua fede politica. Infatti, leggendo opere francesi e russe, confrontandosi con amici, matura non solo un’avversione al fascismo in modo teorico, ma si iscrive successivamente al Partito Comunista per combattere materialmente la dittatura. Dopo la laurea in legge, decide di continuare gli studi iscrivendosi alla facoltà di storia e filosofia. Laureatosi anche in quest’ultima diventa insegnate e, trascorso qualche anno a Pieve di Cadore, prende cattedra al liceo scientifico G.B. Benedetti. Qui insegna l’importanza della libertà e l’antifascismo. È un grande onore affermare che il nostro Liceo, grazie a persone come Gallo, era uno dei maggiori centri di iniziativa antifascista.
Negli anni ‘40 Sandro diventa un attivista del partito, diffondendo clandestinamente volantini di propaganda anti- regime e L’Unità. Fu così che iniziarono i guai. Infatti, arrestato insieme ad altri per questo motivo, viene prima condotto a Roma, poi costretto al confino ad Avezzano.

Qui trova il modo di ascoltare delle radiocomunicazioni nemiche, per poi, insieme ad altri compagni, agire sulle forze fasciste; viene arrestato nuovamente e mandato a Termini. Ammalato di pleurite, nel 1943, gli viene concesso di tornare a Venezia. Ma il patriota non si ferma. Fonda il Comitato di Unione Antifascista. Successivamente, d’accordo con il Partito, parte per il Cadore, luogo con il quale aveva mantenuto i contatti, dove fonda e comanda, con il soprannome Garbin, la Brigata P.F. Calvi, inquadrata nella divisione garibaldina Nino Nannetti. Con questa agisce su tutta la regione. Per il buon operato, dopo qualche mese, viene nominano comandante della divisione Nannetti. La storia di Gallo finisce con un ultimo atto eroico. Nel tentativo di far saltare tre autocarri tedeschi, il 20 settembre del ’44, a Lozzo di Cadore, rimane ucciso, insieme ad altri tre compagni, sotto colpi di mitraglia.
In seguito all’accaduto sarà pubblicato, dai partigiani Volpe e Aldo, il seguente comunicato:
«Tutti i garibaldini della Brigata «Calvi» lo ricordano con fierezza ed orgoglio e guardano a Lui come luminoso esempio di Vero Italiano».

Sara Arco 

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