La paura infatti è naturale, è la nostra risposta a ciò che percepiamo come un pericolo (reale o irreale che sia): è il nostro istinto di sopravvivenza che ce la fa provare.
Il coraggio quindi non deve cancellare la paura ma deve essere la capacità di gestirla, vincerla e saperci convivere. (“L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti è incoscienza” Giovanni Falcone. “ Il coraggio è resistere alla paura e dominio delle paura, ma non assenza di pura” Mark Twai).
Il coraggio è essenziale per vivere, esattamente come la paura, e con essa deve collaborare.
Ci permette di non bloccarci e affrontare le situazioni, ma ben consci del pericolo che per noi rappresentano e quindi non sprovveduti ma consapevoli e preparati.
Senza il coraggio passeremo la vita a nasconderci per non dover mai affrontare nulla di ciò che ci spaventa, e qualora vivessimo un esperienza che suscita in noi ansia, paura o terrore, non riusciremo ad affrontarla, rimanendone per sempre segnati (ovviamente in base a quanto ci ha colpito); e questa vita non si può definire tale.
Non solo, come la paura ci può salvare la vita, facendoci evitare i pericoli, anche il coraggio può fare lo stesso. Se infatti siamo in una situazione di rischio, per quanto spaventosa, dobbiamo riuscire a non bloccarci ,e, se necessario, ad attuare anche gesti che abbiamo timore di compiere. Quindi questi due sentimenti, audacia e angoscia, devono lavorare insieme perché possano esserci utili.
Marcello del Majno
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