venerdì 15 novembre 2013

Giochi - Seconda parte

Come potete vedere per questo primo numero del nuovo anno scolastico ho pensato di variare l’offerta con l’inserimento di un gioco diverso dal cruciverba, cioè i rebus; immagino che le regole siano note a tutti ma in ogni caso si tratta di individuare la frase nascosta (il numero di lettere di ogni parola è messo tra parentesi) dietro l’immagine. Le lettere generalmente completano le immagini e quindi vanno poste accanto al nome della figura a cui sono associate nel disegno, ma altre volte sostituiscono direttamente il nome dell’oggetto (è il caso dei rebus un po’ più complessi, in cui magari vengono descritte delle azioni…).
Come l’anno scorso ci sarà il concorso: il primo che trova la soluzione corretta può portarmela in classe e il suo nome verrà riportato accanto alla soluzione nel numero successivo. A differenza degli ultimi due numeri, in cui il concorso era per classi perché c’era un cruciverba (vincitori l’ex I B per il penultimo e l’ex IV C per l’ultimo), questa volta la competizione si svolge fra singoli!

Ti sarebbe piaciuto come nome del giornalino?
                                     Rebus (2,6)














Parenti altolocati

REBUS STEREOSCOPICO  (7,6): in questo la soluzione è data dal raffronto fra le due vignette (provate a descrivere le azioni o i cambiamenti..)

Se vuoi partecipare a questa sezione mi trovi in classe oppure puoi scrivermi su Facebook, sarebbe bello che questa sezione così ”da” Liceo Scientifico costituisse uno dei punti di forza del giornalino e per questo sono necessarie tante idee da confrontare!          

Nicolò Buranelli

Giochi - prima parte

Un buon puzzle richiede il massimo impegno del nostro intuito e del nostro ingegno, e sebbene la conoscenza della matematica e della logica sia sovente di grande aiuto nella ricerca della soluzione, accade talvolta che una certa astuzia e un certo acume naturale siano di una grande importanza nell'affrontare questo genere di problemi.
H. E. Dudeney 

Dudeney, bravo matematico, è stato il più grande inventore di puzzle che sia mai esistito.
M. Gardner

Di seguito vengono proposti due problemi di Dudeney.

Il ragno e la mosca
Quello che segue è uno dei più noti problemi di Dudeney.


Una stanza rettangolare ha le dimensioni (... in misure inglesi) di figura. Un ragno, indicato con il punto rosso, si trova al centro di una delle due pareti di fondo a un piede dal soffitto. Una mosca, indicata con il punto azzurro, si trova invece sulla parete opposta, a un piede dal pavimento.
Qual è la distanza più breve che il ragno deve percorrere per raggiungere la mosca?

Il problema del falegname


Un falegname vuole tagliare il pezzo di legno di figura nel minor numero possibile di pezzi, con i quali vuole formare un quadrato, senza sprecare materiale.
Come deve procedere?
(La figura è la composizione di un quadrato e un triangolo: il triangolo è un quarto del quadrato).






Chen Yihui Liliana

Un inizio pieno di sorprese

Dopo sole otto giornate di campionato, la serie A sembra aver già trovato un equilibrio: in testa, a sorpresa, si trova la Roma. La squadra capitolina, allenata dall’ex-Lille Rudi Garcia, sta collezionando vittorie su vittorie (otto su otto), merito anche di una difesa invalicabile (un solo gol subito, contro il Parma). Inoltre, ad avvalorare questa leadership, c’è la vittoria del 18 ottobre contro il Napoli, avversario di prestigio nonché grande favorito assieme alla Juve nella conquista dello scudetto nel precampionato.
Quest’ultime due squadre, seconde a pari merito a cinque punti dalla capoclassifica, escono dall’ottava giornata a testa bassa: oltre alla sconfitta del Napoli a Roma, c’è da registrare il clamoroso ribaltone della Fiorentina in casa contro la Juventus che, avanti 0-2, si è fatta rimontare chiudendo la partita con un pesante 4-2. Uomo simbolo di questa Fiorentina è certamente Giuseppe Rossi, tornato a segnare dopo i due gravi infortuni che lo hanno allontanato dal campo per circa un anno. A pari punti con la squadra di Firenze, al quinto posto, c’è l’Inter che, dopo una stagione disastrosa, si riaffaccia a posizioni più consone anche grazie al nuovo allenatori proveniente dal Napoli, Walter Mazzarri.
 Al terzo posto solitario troviamo l’Hellas Verona, squadra neopromossa che sorprende per il costante rendimento dell’attacco (media di due gol a partita). Lazio e Milan quest’anno hanno iniziato il campionato con qualche difficoltà ed ora sono all’ottavo e nono posto a pari punti. In coda si segnalano i cambi di allenatore effettuati da Genoa e Catania e le crisi di Chievo e Bologna (4 e 3 punti rispettivamente).

Prostituzione: dramma e pregiudizio

É vero, la prostituzione esiste da sempre. Testimonianze artistiche sono visibili su antichi vasi greci e graffiti, come quelli trovati a Pompei. Fino al 1958, esistevano nel nostro paese luoghi in cui gli uomini si recavano per avere rapporti sessuali con donne, tutelate da direttrici di "case di tolleranza", dove dei veri e propri listini dei prezzi indicavano le prestazioni offerte. Nel marzo 1958 entra in vigore una nuova Legge, conosciuta oggi come legge Merlin, che imponeva, nell'arco dei 6 mesi successivi, la chiusura di tutte le "case di tolleranza" esistenti sul territorio italiano e il perseguimento penale di tutti coloro che sfruttavano la prostituzione. Ma che cos'è la prostituzione oggi? Povere donne, sfruttate, abusate, disperate, gettate in strada piene di sogni e speranze che forse non si avvereranno mai. Non è possibile giudicare il dramma di queste scelte spesso uniche vie di fuga da realtà ancor più cruente. Tutelare e capire questa è la strada; non si tratta di tolleranza, ma di risoluzione, riaprire quei posti, invece significa tutto: regolamentare è la soluzione. Assistenza medica: solo così queste povere donne sarebbero protette; nessuno le picchierebbe perchè nessuno le sfrutterebbe. Legalità diventerebbe anche tutela del "cliente". La prostituzione non finirà mai, esiste da sempre. Cerchiamo di evolverci, di rispettare le scelte di chi si affida a questi fugaci incontri per mille ragioni, per mille problemi, per tutto quello che noi non potremmo mai giudicare. Perché scagliare quella pietra piuttosto che trovare la strada? Si sarà più lunga e piena di ostacoli, ma confido nel fatto che possa prevalere l'intelligenza e che si possa trovare una soluzione. É ignorante puntare il dito e dire di no!

Nicolò Pajer

Una speranza nel cielo di Praga

Finalmente è tornata la rubrica dei personaggi! L’anno scorso abbiamo raccontato le storie di alcuni grandi uomini: il brasiliano Chico Mendes, “el compañero presidente” Salvador Allende, i sette fratelli Cervi, il rivoluzionario della “ Locomotiva” Pietro Rigosi, il grande Sandro Pertini ed infine i morti di Reggio Emilia. Per fortuna abbiamo ancora tante storie da raccontare, ancora tanti uomini, più o meno noti, che hanno lottato per un futuro migliore.
Quest’anno iniziamo con la storia di Jan Palach. 
16 gennaio 1969, Praga: “Di antichi fasti la piazza vestita, grigia guardava la nuova sua vita, come ogni giorno la notte arrivava, frasi consuete sui muri di Praga, ma poi la piazza fermò la sua vita, breve ebbe un grido la folla smarrita, quando la fiamma violenta e atroce spezzò gridando ogni suono di voce” (Francesco Guccini).

Così, in Piazza San Venceslao, ai piedi della scalinata del Museo Nazionale, un giovane studente di ventun’anni, si diede fuoco in mezzo alla folla. Più tardi, lontano dalla scalinata, fu ritrovata una sacca a tracolla, dove, tra vari articoli e appunti, un documento attirò l’attenzione:

"Poiché i nostri popoli sono sull'orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l'onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana. Noi esigiamo l'abolizione della censura e la proibizione di Zparvy (il giornale delle forze d'occupazione sovietiche). Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s'infiammerà"

Io ho scosso il mondo

Quest’anno, oltre alla sezione “Personaggi”, mi è stato concesso di curare una sezione simile ma non uguale. Infatti, qui, si affronteranno solamente storie di personaggi sportivi.
Il tema di questo mese è, come già saprete, la Libertà. Dove, se non nello sport, possiamo trovare la vera Libertà? Infatti nello sport, sono i piccoli gesti a darci un senso di questa. Libertà è quando Michael Jordan vola sopra tutta la lunetta o quando vola Coppi solo sullo Stelvio; libertà è quando Pantani alza le mani al cielo o quando le alza Primo Carnera; libertà è quando Messner arriva in cima o quando la Pellegrini arriva prima. Come questi ci sono tanti altri esempi, tanti da riempirne una pagina. Ma non è quello che bisogna raccontare oggi.
C’è un atleta, un artista nel suo campo, che, più di altri, ha lottato per la sua libertà e per la libertà della sua razza. C’è un atleta che ha “scosso il mondo” con il suo carattere, le sue lotte e i suoi pugni. Il suo nome è Cassius Marcellus Clay Jr, successivamente noto con il nome di Muhammad Alì.

La nostra storia inizia nei favolosi anni '60. Nei cinema usciva la Dolce Vita di Fellini, Antonio Segni si dimette da presidente del consiglio, inizia il processo a Eichmann, JFK diventa presidente degli Stati Uniti, e in Italia si svolgevano i XVII Giochi Olimpici. Le Olimpiadi di Roma non furono semplici Olimpiadi. Nella Atletica vinceva l’oro un giovane etiope, Abebe Bikila, il maratoneta che correva a piedi nudi. Sempre nell’atletica Livio Berutti, italiano, taglia per primo il traguardo dei 200 metri. Nel decathlon i compagni d’università Rafer Johnson e Yang Chuan-kwang combattono fino all’ultimo per l’oro. E un giovane di vent’anni, nel pugilato, vince la medaglia d’oro per pesi mediomassimi. Questo giovane americano è Clay. Ma chi è Cassius Clay? Figlio di un pittore d’insegne, vive nel ghetto nero della Louisville. Cassius conosce il mondo della box a 13 anni, ad una fiera. Il giovane tredicenne era furioso, gli avevano appena rubato la bicicletta, che, a detta di Alì stesso, era il suo unico orgoglio. 

Festa di fine anno

Volevo esprimere un ringraziamento sincero a tutti i partecipanti all’ultima festa di fine anno del liceo, in particolare ai ragazzi.
Nonostante i problemi relativi al luogo di ritrovo, la presenza degli studenti è stata significativa.

Anche la collaborazione per lo svolgimento delle diverse attività è stata buona. Quando si è in molti, con interessi e gusti diversi, non è facile conciliare i desideri di tutti. E’ importante fondamentalmente l’ascolto e il rispetto dell’altro.
L’intento da parte nostra è stato quello di dare la possibilità ad ogni attività di essere seguita ed apprezzata da tutti. Ecco il perché del nostro insistere affinché non se ne svolgessero due in contemporanea.
Sicuramente si potrà far meglio, ma sempre in questa direzione, quindi sono ben accetti i consigli.

Una sottolineatura particolare per il momento “gastronomico”.
La nostra gara “Tra dolce e salato” oramai è indistruttibile. Si sono visti e mangiati dei dolci superlativi, realizzati con una fantasia e una manualità veramente insuperabili.
Spero abbiate visto, in giro per i corridoi dell’istituto, la foto della torta che ha vinto il primo premio.
Si tratta di una torta al cioccolato con la facciata del nostro liceo riprodotta, anche nei minimi particolari, in pasta di zucchero. Il tutto fatto rigorosamente a mano da un team fantastico!!!
L’aspetto che ci piace sottolineare di più è la collaborazione, spesso sono dolci eseguiti a più mani, o di ragazzi di una classe, o di classi diverse.
E che dire del pane fatto in casa esclusivamente dai ragazzi che ha “sfamato” 200/250 persone?
Si è visto pane bianco, pane nero, di kamut, con semi vari, con olive,… che poi è stato tagliato e farcito.

Grazie grazie a tutti

P.S.:
A proposito dei consigli per migliorare la festa, se ne avete, alla prima occasione aprite la bocca e dateceli, se avete solo critiche … potete tenerla chiusa.

Prof. Adriana Marascalchi

4 Ottobre 2013. Pagina 277 del mio diario segreto

Tutti quegli studenti, che oggi si sono sbattuti altamente del giorno del lutto nazionale per tutte le vittime di Lampedusa, e che hanno addirittura avuta la faccia tosta di lamentarsi del minuto di silenzio, non meritano soltanto di provare con la propria pelle la tragedia della carestia e gli orrori della guerra civile, ma anche di essere costretti a lasciare la propria patria, capitare in mano ai trafficanti e agli scafisti mafiosi, per poi perire in balìa della gelida burrasca, nella paura ineffabile. Maledetti.
Quanti dei vostri antenati hanno dovuto lasciare la propria patria per cercare fortuna altrove? Proprio all'inizio del 1900, la popolazione italiana crebbe notevolmente di numero grazie alle migliori condizioni di vita;  tuttavia la politica protezionistica di Giolitti, che favoriva lo sviluppo nell’industria, mise in gravi difficoltà l’agricoltura. L’aumento demografico e la crisi dell’agricoltura provocarono così una forte emigrazione non solo dal Mezzogiorno ma anche dal Veneto e dal Friuli. Venezuela, Argentina, USA, Australia, Canada, Francia, Belgio, Svizzera rappresentavano la speranza per gli emigranti, che, una volta arrivati a destinazione, subirono condizioni lavorative drammatiche, traendone esperienze molto dolorose;  per non parlare del secondo dopoguerra in cui 1.600.000 italiani lasciarono il paese. Quanti meridionali poi vennero qua al nord per poi leggere il cartello appeso alle porte delle case: “QUA NON SI AFFITTA AI TERRONI!”?
Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis (Cicerone, De Oratore)- La Storia è la testimone vera dei tempi, la luce della verità, la vita della memoria, la maestra di vita, la messaggera dell’antichità. Ma voi continuate a non comprendere! Avete sviluppato questa capacità mostruosa di velare il vostro odio “razziale” (di razza ce n’é soltanto una: quella umana) dietro delle banalità.

Dalla crisi si esce con meno Europa o con più Europa?

 “Dobbiamo uscire dall'Euro producendo inflazione. Noi non ci dobbiamo scordare che tutte le crisi del passato le abbiamo superate con la svalutazione della Lira, perché altrimenti non ripartiamo, non ce la faremo mai. Non ci possiamo permettere questo Euro così forte,  perché noi abbiamo parificato solo la nostra moneta, ma non il costo del lavoro, la produttività, il bilancio dello Stato. Io voglio stare in Europa, ma da vivo, non da morto. Il nostro Presidente se potesse uscire domani dall'Euro uscirebbe.” (Piero Orlando Roccato - Direttore di Apindustria, Padova)

Da quando è scoppiata la bolla immobiliare in America nel 2007 ad oggi, l’occidente ha conosciuto la più grave depressione economica dall'ultimo dopoguerra.
L’America per uscire dalla crisi ha agito estendendo l’ intervento pubblico al settore manifatturiero e finanziando le opere pubbliche. Nell'Eurozona l’atteggiamento è stato quello opposto, basato su una politica economica di austerity, volta a tutelare stabilità dei mercati e delle banche a discapito dell’ industria e del welfare. Non solo la produttività e la competitività degli stati membri sono state danneggiate,  ma le costituzioni dei paesi in deficit sono state compromesse, vedendo violati i diritti fondamentali dei lavoratori e di tutti i cittadini.
L’attuale recessione italiana non è soltanto dovuta allo sperpero di denaro pubblico verificatosi nell'ultimo ventennio, a una burocrazia che ostacola le attività imprenditoriali e all'evasione fiscale, ma è naturale conseguenza di un difetto strutturale dell’ Euro, il quale obbliga differenti economie ad un’unica moneta, la quale non solo impedisce a ciascun paese membro di seguire una propria politica economica a seconda delle necessità, ma vincola l’emissione di cartamoneta all'indebitamento con la BCE. Questo deleterio meccanismo non è semplicemente ostacolante la ripresa, ma circolo senza via d’ uscita che ci conduce inevitabilmente alla catastrofe.

Chiacchiere con una statua

- Ciao cara signora.
- Perché cara?
- Per quello che rappresenti.
- E cosa rappresento?
- Beh... Innanzi tutto tu rappresenti un sogno.
- Cosa? Rappresento NYC io.. È un sogno New York?
- No, rappresenti una delle più grandi aspirazioni dell'umanità intera. Rappresenti una sorta di motore che attrae.
- E attraggo chi?
- Tu muovi tutti coloro che cercano un futuro migliore mentre sono tartassati da una dittatura. Sei l'ambizione di tutti coloro che non sono liberi di alzare la mano e dire la loro idea. Nutrono un desiderio per te tutti quelli che non posso scrivere se non quello che vogliono i potenti.
- Ma non sono un faro per illuminare la rotta di quelli che voglio entrare nel fiume?
- No, tu rappresenti la libertà. Vedi la torcia che tieni in alto stretta nel pugno? Non è la luce di un faro, è il segno del fuoco inestinguibile della libertà che arde come il desiderio di noi uomini e donne per te. Vedi le catene che tieni rotte sotto i piedi? Sono il simbolo della sconfitta di ogni prigionia, di ogni limitazione non volontaria, di ogni oppressione.

La rat art vola a New York!


Banksy è un tag, un soprannome. Banksy è un uomo senza nome. Banksy è un’artista, un writer per la precisione, è nato a Bristol, in Inghilterra, altro non ci è dato sapere. Banksy è fatto così, non vuole essere famoso. 
I suoi stencil e i suoi murales colorano i muri di mezzo mondo dal 1980 e ancora oggi nessuno conosce la sua identità. La sua arte è fatta di immagini satiriche e slogan contro la guerra, contro il consumismo e il capitalismo, contro le multinazionali e lo sfruttamento degli animali; a favore della pace, dell’eguaglianza e della libertà di espressione. I suoi soggetti preferiti sono bambini, soldati, poliziotti ma soprattutto ratti; non a caso in inglese la parola rat è l’anagramma di art. La scelta dunque non è casuale: Banksy, come i topi, lavora di nascosto, nell'oscurità della notte, ma il suo lavoro spesso è disprezzato: molti dei suoi stencils vengono cancellati o fortemente criticati da cittadini ed autorità in quanto “rovinano la proprietà privata”. Ma c’è anche chi apprezza e sostiene l’abilità creativa di Banksy, come il proprietario di un palazzo di New York  che ha assunto un guardiano 24 ore su 24 con il compito di proteggere la sua opera d’arte.

Sostiene Pereira

Il libro che secondo me rappresenta di più l’ideale di libertà è “Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi, anche se in questo caso si parla di opinioni politiche.
Pereira è il direttore della sezione culturale del giornale locale portoghese “Il Lisboa”, è un uomo comune e tranquillo, senza particolari opinioni politiche, ma  un giorno alla sua porta si presenta Monteiro Rossi, uno studente italiano pieno di aspettativa, a cui Pereira assegna il compito di scrivere i necrologi per gli autori letterari deceduti.
Già dall’inizio del suo incarico, Pereira non è contento del lavoro del suo dipendente, il quale scrive solo necrologi per autori attivisti e politicamente schierati.
Pereira non vuole problemi, specialmente dato il periodo di dittatura che si sta vivendo in Portogallo, ma Monteiro sembra invece molto convinto delle sue idee e rischia continuamente la vita, frequentando gruppi di rivoluzionari.
Dopo un paio di mesi Monteiro sparisce e ricompare a settimane alterne, quindi Pereira inizia a capire che c’è qualcosa che turba il ragazzo, ma per evitare di finire in situazioni spiacevoli non interviene in alcun modo.
Una sera Monteiro si presenta a casa di Pereira in preda al panico, e quest’ultimo gli permette di rimanere a dormire a casa sua, ma all’improvviso bussano alla porta due loschi individui che dichiarano di essere poliziotti che interrogano Monteiro e lo uccidono.
La mattina successiva a questo evento, Pereira scrive un necrologio per Monteiro Rossi accompagnato da una lettera di denuncia esplicita nei confronti del governo e scappa dal Portogallo.

Il libro è ambientato nel 1938, durante la dittatura di Salazar, un periodo in cui la libertà non era proprio all’ordine del giorno.

Elena Lucia Valle

Into the Wild

Non è possibile avere in mente una sola definizione di libertà; ne esistono molte e tutte andrebbero attentamente osservate e capite.
La libertà fisica, la libertà creativa,  mentale,  d’espressione … naturalmente tutte hanno in comune una cosa: per quanto influenzata da agenti esterni, nella maggior pare dei casi,  la libertà riguarda esclusivamente noi stessi e siamo noi i primi a doverci rendere conto se l’abbiamo oppure no.
Questo è un film molto intenso, tratto da una storia vera, diretto da Sean Penn nel 2007: “Into the Wild”.
Forse uno dei film che esprime al meglio il concetto di questa parola, mostrandone anche le contraddizioni umane.
Il protagonista cerca libertà dai condizionamenti della  società,  libertà di pensiero, libertà del corpo e forse solo libertà di spirito.
Christopher McCandless è un giovane ragazzo appena laureatosi in scienze sociali che dopo aver dato in beneficenza tutti i suoi risparmi e, senza dire niente a nessuno, decide di partire con pochi beni verso una meta ancora da definire.
Christopher non sa dove arriverà, ma l’importante per lui è partire, cercare di isolarsi dal mondo civilizzato per riuscire ad avere una visione più pura, autentica  e meno condizionata della vita e di ciò che realmente importa.
Il suo percorso è solitario,  non perché non incontrerà nessuno,  ma perché viaggia esclusivamente per se stesso, distaccandosi quasi definitivamente da ciò che è stato prima ed incentrandosi su ciò che diventerà durante la strada.
Le persone conosciute più che affetti diventeranno anche esse esperienze per la sua crescita interiore, infatti saranno incontri fugaci e interrotti senza troppi rancori ma con la consapevolezza di essersi arricchito.

Questo articolo è libero di scegliere cosa sia per lui la libertà

“L'uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni, e le decisioni comportano rischi.”, scrive Erich Fromm  nel 1980.

La libertà (dal latino “libere” ossia far piacere, aggradare) è il lusso di chi fa ciò che gli piace; l'uomo libero, per gli antichi, è solo colui che non è sottoposto ad alcun padrone.
[…] Voi potete soltanto essere liberi quando perfino il desiderio di cercare la libertà diviene per voi una bardatura, e quando voi cessate di parlare di libertà come di un traguardo e di un compimento”, scrive invece Khalil Gibran ne “Il Profeta”: la libertà, quindi, non deve essere intesa come valore da compiere come scopo delle nostre azioni.
La libertà è intrinseca alle nostre azioni ed è il frutto di noi stessi.
La libertà è avere il coraggio di urlare la propria opinione, è essere sé stessi nonostante la società delle apparenze sia il mondo in cui oggi viviamo; la libertà è scegliere con la propria testa senza che nessuno scelga per noi.
Libero è colui che è consapevole di sé stesso e che si mette in gioco stigmatizzando la propria persona.
Liberi sono coloro che ballano la danza più bella del mondo che è la vita, e che si disinteressano del giudizio altrui.

La libertà è l'elemento fondamentale della nostra vita: senza essa, l'uomo non è tale.
“Dalla nascita alla morte, dal lunedì alla domenica, da mattina a sera, tutte le attività sono organizzate e prestabilite. Come potrebbe un uomo prigioniero nella ragnatela della routine ricordarsi che è un uomo, un individuo ben distinto, uno al quale è concessa un'unica occasione di vivere, con speranze e delusioni, dolori e timori, col desiderio di amare e il terrore della solitudine e del nulla?” 
(Erich Fromm, “L'arte di amare”, 1956).

PARLIAMONE!

Parliamo del modo in cui i licei Benedetti e Tommaseo diventeranno una scuola unica, di come noi studenti non dobbiamo affidarci a rancori e pregiudizi, ma essere aperti ad ogni novità e cambiamento.Parliamo di come potrebbe contribuire ogni ragazzo in prima persona a facilitare il passaggio; di come gli studenti che hanno scritto in questo primo numero del nuovo giornalino si stiano già impegnando. Parliamo di come poter sfruttare le potenzialità di ogni studente, per poter aumentare il senso di appartenenza a questa scuola di cui tanto ci lamentiamo in Facebook senza aver mai fatto nulla per cambiarla. Parliamo di come sfatare il mito che noi giovani non abbiamo mai la voglia di fare, nulla di cui parlare, in cui credere, che siamo “choosy”, la generazione persa nella tecnologia.
Parliamo per dimostrare che non sappiamo solo saltare scuola e urlare in piazza: scriviamo per mettere nero su bianco quello a cui aspiriamo, per spiegare che in quegli slogan ci crediamo davvero, per esprimere i nostri valori e ideali, per mostrare il nostro lavoro di studenti attivi. Parliamo di come il voto consapevole e ragionato per i nostri rappresentanti in Consiglio d’Istituto e Consulta studentesca possa davvero fare la differenza in ogni aspetto della vita scolastica di tutto quest’anno. Parliamo di quello che ci interessa al di fuori delle materie scolastiche: siamo esseri pensanti, con passioni e giudizi, non automi impeccabili in qualsiasi disciplina.
Parliamone!

Sofia Cutrone

Novecento, l'uomo libero nell'universo di un transatlantico

Vi siete mai chiesti come faccia la musica a portarci verso mondi segreti e fantastici? Se la vostra risposta è negativa o se non vi siete mai posto questa domanda, carissimo lettore, questo breve articolo cercherà di farvi un po' di chiarezza tra le idee che già vi frullano in testa.
Per spiegarti le dinamiche non servono dimostrazioni scientifiche, ma basta lasciarsi trasportare dal film che vi presenterò e seguire qualche piccolo consiglio che vi darò. La pellicola in questione è una commedia drammatica di Tornatore che narra le vicende di Novecento, protagonista in “La leggenda del pianista sull'oceano” (in lingua “The Legend of Nineteen hundred”).
La trama è semplice: viene narrata la vita di Novecento, sotto forma di flashback che commentano i ricordi di un amico del pianista, Max. Il tutto inizia a bordo del transatlantico Virginia, quando un macchinista trova un neonato. Lo cresce come un figlio. Il bambino è un orecchio assoluto e con il tempo impara a suonare il pianoforte divinamente. Grazie al suo talento entra a far parte della banda jazz che anima le serate nella sala da ballo. Novecento non scende mai a terra, la sua vita svolge solo sulla nave. Ormai cresciuto, Novecento stringe una forte amicizia con Max, un trombettista arrivato sulla nave grazie al suo talento, che cercherà invano di far scendere il pianista dal transatlantico. La storia si snoda accompagnata dalle ritmiche melodie dello Swing-swing con pizzichi di un nuovo jazz che stava covando in quelli anni: il bebop. A questo proposito voglio ricordare la celeberrima sfida tra Novecento e Ferdinand “Jolly Roll” Morton, nella quale i due pianisti sono chiamati a difendere la propria fama. Il film è pieno di momenti divertenti, drammatici o romantici descritti da un insieme di immagine, musica e dialoghi straordinario.

Prometheus

Il 14 settembre dello scorso anno è uscito l’attesissimo prequel della famosissima saga fantascientifica di Alien.
Proprio come il primo film della saga, abbiamo come regista Ridley Scott, famoso per la sua padronanza dell’horror e della fantascienza.
Quasi la totalità dei critici ha giudicato l’opera come la rovina del clima che si era creato negli altri capitoli, affermando che ha fuorviato fin troppo la trama dell’amato mondo di Alien.
Dopo delle lunghe ricerche sono venuto a conoscenza del vero valore di questo film che, personalmente, mi ha dato dei grandi input di riflessione.
Purtroppo la critica spesso giudica la fantascienza come un genere non degno di intraprendere temi profondi e riflessivi a causa dell’enorme influenza degli effetti speciali che inquinano la nostra percezione dei messaggi profondi del film stesso.
La storia parla di una squadra di ricerca scientifica che scopre una sorta di mappa spaziale raffigurata sulle pareti di grotte e nei templi delle più antiche popolazioni umane.
Finanziati da una sorta di multinazionale del futuro, un gruppo di scienziati parte con una nave spaziale verso il pianeta a cui conduceva la mappa, scoprendo su di esso delle strane basi costruite palesemente da un’entità intelligente. Nelle loro esplorazioni all’interno di esse scoprono dei cadaveri alieni, grazie ai quali riescono ad impadronirsi di una traccia del loro DNA.
Una volta confrontato con il nostro gli scienziati scoprono che combaciano quasi perfettamente.
Dopo una serie di indizi e prove, vengono a conoscenza che noi umani siamo la specie derivante da questi esseri in seguito ad una mutazione genetica effettuata a scopi militari.

Libertà di studio

In questo mondo c'e una buona educazione nelle città ma nessuno pensa ai piccoli villaggi di molto paesi, dove i ragazzi ma sopratutto le ragazze che non vengono da famiglie ricche, hanno il sogno di studiare. Ma la mentalità di alcune persone è ancora rimasta nel passato. Pensano che il maschio debba studiare per portare soldi a casa e la femmina intanto si sposerà e quindi non c'è motivo della sua educazione. Il nostro mondo ha bisogno di scuole pubbliche e libri meno costosi così che le famiglie povere non debbano scegliere tra maschio e femmina. L'educazione è un diritto che viene dato a tutti dalla nascita, non togliete questo diritto altrimenti i ragazzi, una volta grandi, non sapranno come sopravvive in questo mondo crudele. Senza L'educazione il mondo diventerà un posto difficile e brutto. Lasciate quindi bambini e bambine studiare per una vita migliore. 

Mariam Taufiq