Il libro
che secondo me rappresenta di più l’ideale di libertà è “Sostiene Pereira” di
Antonio Tabucchi, anche se in questo caso si parla di opinioni politiche.
Pereira è
il direttore della sezione culturale del giornale locale portoghese “Il Lisboa”,
è un uomo comune e tranquillo, senza particolari opinioni politiche, ma un giorno alla sua porta si presenta Monteiro
Rossi, uno studente italiano pieno di aspettativa, a cui Pereira assegna il
compito di scrivere i necrologi per gli autori letterari deceduti.
Già
dall’inizio del suo incarico, Pereira non è contento del lavoro del suo
dipendente, il quale scrive solo necrologi per autori attivisti e politicamente
schierati.
Pereira
non vuole problemi, specialmente dato il periodo di dittatura che si sta
vivendo in Portogallo, ma Monteiro sembra invece molto convinto delle sue idee
e rischia continuamente la vita, frequentando gruppi di rivoluzionari.
Dopo un
paio di mesi Monteiro sparisce e ricompare a settimane alterne, quindi Pereira
inizia a capire che c’è qualcosa che turba il ragazzo, ma per evitare di finire
in situazioni spiacevoli non interviene in alcun modo.
Una sera
Monteiro si presenta a casa di Pereira in preda al panico, e quest’ultimo gli
permette di rimanere a dormire a casa sua, ma all’improvviso bussano alla porta
due loschi individui che dichiarano di essere poliziotti che interrogano
Monteiro e lo uccidono.
La mattina
successiva a questo evento, Pereira scrive un necrologio per Monteiro Rossi
accompagnato da una lettera di denuncia esplicita nei confronti del governo e
scappa dal Portogallo.
Il libro è
ambientato nel 1938, durante la dittatura di Salazar, un periodo in cui la
libertà non era proprio all’ordine del giorno.
Elena Lucia Valle
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