venerdì 15 novembre 2013

4 Ottobre 2013. Pagina 277 del mio diario segreto

Tutti quegli studenti, che oggi si sono sbattuti altamente del giorno del lutto nazionale per tutte le vittime di Lampedusa, e che hanno addirittura avuta la faccia tosta di lamentarsi del minuto di silenzio, non meritano soltanto di provare con la propria pelle la tragedia della carestia e gli orrori della guerra civile, ma anche di essere costretti a lasciare la propria patria, capitare in mano ai trafficanti e agli scafisti mafiosi, per poi perire in balìa della gelida burrasca, nella paura ineffabile. Maledetti.
Quanti dei vostri antenati hanno dovuto lasciare la propria patria per cercare fortuna altrove? Proprio all'inizio del 1900, la popolazione italiana crebbe notevolmente di numero grazie alle migliori condizioni di vita;  tuttavia la politica protezionistica di Giolitti, che favoriva lo sviluppo nell’industria, mise in gravi difficoltà l’agricoltura. L’aumento demografico e la crisi dell’agricoltura provocarono così una forte emigrazione non solo dal Mezzogiorno ma anche dal Veneto e dal Friuli. Venezuela, Argentina, USA, Australia, Canada, Francia, Belgio, Svizzera rappresentavano la speranza per gli emigranti, che, una volta arrivati a destinazione, subirono condizioni lavorative drammatiche, traendone esperienze molto dolorose;  per non parlare del secondo dopoguerra in cui 1.600.000 italiani lasciarono il paese. Quanti meridionali poi vennero qua al nord per poi leggere il cartello appeso alle porte delle case: “QUA NON SI AFFITTA AI TERRONI!”?
Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis (Cicerone, De Oratore)- La Storia è la testimone vera dei tempi, la luce della verità, la vita della memoria, la maestra di vita, la messaggera dell’antichità. Ma voi continuate a non comprendere! Avete sviluppato questa capacità mostruosa di velare il vostro odio “razziale” (di razza ce n’é soltanto una: quella umana) dietro delle banalità.

“Loro sono puzzolenti, sporchi e portano soltanto malattie”, mentre tutti gli studi più recenti ed accreditati confermano che non esistono diversità a livello di distribuzione delle ghiandole sudoripare e sebacee su base etnica, ma su base climatica. In parole povere, tutti noi siamo uguali. Diversi sono coloro che svelano tramite olfatto i loro tristi preconcetti. Per quanto riguarda la sporcizia, la “cultura” all’igiene personale non riguarda per niente un’intera etnia, bensì interessa l’individuo in sé. Chi di voi non puzza dopo ore ed ore di lavoro fisico? Non ditemi che non avete compagni di classe che cambiano vestiario solo una volta alla settimana, che vengono a scuola con i capelli unti e l’alito pesante! Non é forse vero che l’abitudine di mangiare le unghie sia forma di sporcizia? I paesi poveri non sono più sporchi dei paesi ricchi: forse sarebbe più giusto affermare il contrario, dato che il profumo genuino della purità viene emanato soltanto dall'anima nobile, candida. Gli immigrati portano malattie? Ma non erano stati proprio gli occidentali, i “conquistadores”, a sterminare poco più di 27 milioni della popolazione precolombiana con i batteri e microbi (vaiolo, morbillo, influenza, tifo) poco dopo la scoperta delle Americhe?
“Non c’è lavoro per noi italiani...”, dicono certi studenti mentre giocano con il loro nuovissimo I-Phone5: come se si potesse chiamare “lavoro” stare con la schiena piegata in avanti a raccogliere patate, insalate e pomodori in distese di campi coltivati sotto il sole, dall'alba fino al tramonto, solo per 20 euro giornalieri ; come se si potesse chiamare “lavoro” appendere su tutti e due gli avambracci, e tutte e due le spalle,  borse di quantità infinita, non tenendo conto del sacco colmo sulla schiena , per poi venderne soltanto una al giorno, sempre se si é fortunato, poiché essere etichettato come “vucumprà” comporta fuga continua dalle autorità italiane, le stesse che l’avevano salvato; comporta il sacrificio della propria reputazione, dal momento che il persuadere allo scopo di vendere diventa una vera e propria implorazione per avere qualche soldo da spendere solo per il mangiare (l’acqua la beve ovviamente dalla fontana per spendere il meno possibile); una piccola percentuale del guadagno viene spedita alla sua famiglia che se ne sta lì nell'Inferno terrestre, mentre la maggior parte del guadagno viene versato al padrone, l’Innominato, l’Intangibile. Affermate che non c’è lavoro, ma intanto siete i primi a fottervene del potere dell’educazione, preferendo immergervi nella melma putrida dell’ignoranza. Proprio voi vi lamentate, voi che non avete altro in bocca che i viaggi mentali che vorreste fare all'estero: a New York, a Londra, a Parigi, a Canada,  nella terra incontaminata dell’ Australia, in tutti quei posti bellissimi comprendenti tutti i paesi possibili; viaggi mentali seguiti dai sogni del tipo: “Darei tutto e di più pur di fare l’Università, e magari anche di lavorare, di mettere sù famiglia lì.”, oppure “Magari prendere un biglietto di sola andata e ciaooo Italia!”, come se tutti quei paesi non smetteranno, prima o poi, di avere posti per voi; come se foste più “autorizzati”  perché siete in grado di prenotare voli tramite agenzie, di trovare alloggi online, e prendere un aereo. Non dubitate minimamente che tutte quelle persone disperate l’avrebbero fatto se ne avessero avuta la possibilità?
“Loro non fanno altro che delinquere! Dovrebbero tornare nei loro paesi!”, voi esclamate a squarciagola, senza considerare il fatto che la delinquenza dipende minimamente dalla condizione sociale in cui una persona vive. Commettere atti criminali fa parte dell’essenza dell’uomo e non di una certa “razza”, come dite voi. Gli italiani che uccidono le proprie mogli sono forse meno rei di tutti quegli stranieri accusati di stupro? I parlamentari nullafacenti nei confronti delle esigenze dello Stato e coloro che evadono il fisco sono forse meno ladri di certi rumeni ed albanesi che voi incolpate tanto, come se loro fossero gli unici a rubare in questo mondo? L’etica di Socrate afferma che <<nessuno pecca volontariamente; chi fa il male, lo fa per ignoranza del bene>>. Io penso che l’educazione,  l’idea del “giusto” e la determinazione di e nel fare il bene siano trascendenti rispetto all'istruzione che un uomo ha potuto ricevere. Penso che i valori di una persona siano intrinseci alla famiglia, la sua vera prima scuola. E allora su quella nave naufragata, quanti bambini sarebbero potuti diventare valorosi, che avrebbero potuto dare orgoglio all'Italia? Certo, anche tanti criminali. Proprio come ci sono i bravi italiani, ed altri italiani che, invece, scelgono di delinquere.
L’antipatia, provocata da un’ ingiustizia subita, verso una persona di una certa provenienza non deve mai oscurare i vostri occhi. Hai mai odiato tutta la popolazione italiana perché un italiano ti ha fatto torto? Solo voi siete gli unici responsabili della persona che siete oggi. Non c’è nessun altro da biasimare che voi stessi. La sola consapevolezza del fatto che l’eterogeneità  dei popoli sia un tesoro da preservare basterebbe già a fermare il razzismo, poiché é proprio  per merito di questa eterogeneità che l’uomo conosce non solo gli altri, ma soprattutto sé stesso. La generalizzazione è figlia dell’ ignoranza, il razzismo é fratello della generalizzazione, dunque il figlio della stessa madre.
Voi vi siete lamentati del minuto di silenzio, mentre, nonostante la paura di non poter più svegliarsi l’indomani, nonostante il bagno nero di sangue che si trova costretto ogni giorno a testimoniare con i propri occhi innocenti, nonostante i giorni interminabili di navigazione al mare aperto verso le lontane rive promesse dall'illusione, ci sono persone che tirano avanti sudando sangue, senza lacrime, perché quelle le hanno già versate tutte, non ne hanno più. Loro, secondo me, dovrebbero sputarvi in faccia, uno ad uno; ma non preoccupatevi, loro non lo farebbero mai, perché loro sono molto più educati di me; loro sono degli eroi, e senza dubbio sono molto più nobili di tutti voi messi insieme.
Purtroppo questa volta vi é andata bene. Più di 360 naufragi sono morti. Io non vi avrei chiesto solo un minuto di silenzio, ma una vita intera.

Jerome Daysa Jerusalem

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