venerdì 15 novembre 2013

La rat art vola a New York!


Banksy è un tag, un soprannome. Banksy è un uomo senza nome. Banksy è un’artista, un writer per la precisione, è nato a Bristol, in Inghilterra, altro non ci è dato sapere. Banksy è fatto così, non vuole essere famoso. 
I suoi stencil e i suoi murales colorano i muri di mezzo mondo dal 1980 e ancora oggi nessuno conosce la sua identità. La sua arte è fatta di immagini satiriche e slogan contro la guerra, contro il consumismo e il capitalismo, contro le multinazionali e lo sfruttamento degli animali; a favore della pace, dell’eguaglianza e della libertà di espressione. I suoi soggetti preferiti sono bambini, soldati, poliziotti ma soprattutto ratti; non a caso in inglese la parola rat è l’anagramma di art. La scelta dunque non è casuale: Banksy, come i topi, lavora di nascosto, nell'oscurità della notte, ma il suo lavoro spesso è disprezzato: molti dei suoi stencils vengono cancellati o fortemente criticati da cittadini ed autorità in quanto “rovinano la proprietà privata”. Ma c’è anche chi apprezza e sostiene l’abilità creativa di Banksy, come il proprietario di un palazzo di New York  che ha assunto un guardiano 24 ore su 24 con il compito di proteggere la sua opera d’arte.

E’ proprio nella Grande Mela che, da inizio ottobre, Banksy sta attuando un nuovo progetto chiamato “Better Out Than In, an artist’s residency on the streets of New York”: nei quartieri della città, ogni giorno appare una nuova opera d’arte! E questa volta lo street artist non si è limitato solo a stencils e murales ma ha dato sfogo alla sua fantasia.
 Tra i suoi lavori è comparso anche un camion pieno di peluches che urlano come veri animali portati al macello, e una statua di un potente signor MacDonald che per una settimana sosterà, sul marciapiede di un MacDonald diverso ogni giorno.  Tra le sue strane idee anche quella di allestire un piccolo stand nei pressi di Central Park, simile a quelli che attirano i turisti con le classiche riproduzioni delle opere d’arte famose ma, questa volta, in vendita c’erano le sue tele di stencils, rigorosamente firmate e al prezzo di soli 60 dollari. Ovviamente non era Banksy in persona a vendere le sue opere ma un semplice sessantenne che è stato notato solamente da tre passanti: per prima una mamma che voleva comprare un regalo per i suoi figli, poi un turista neozelandese e per ultimo un ragazzo che voleva abbellire la sua stanza con qualche quadro. Tutti ignoravano che alla fine della giornata quelle tele avrebbero avuto un valore 100 volte superiore!! In un’intervista realizzata via mail, Banksy ha spiegato di non aver pianificato il progetto sottolineando la sua volontà di lasciarsi ispirare dalla città stessa. Poi ha aggiunto «non c’è assolutamente nessuna ragione per fare questo spettacolo. È senza senso. E spero che questo voglia dire qualcosa».

Nel suo profilo Facebook come nel suo sito vengono quotidianamente caricate le foto di queste particolari opere d’arte che spuntano in ogni angolo di New York, opere che criticano, che suscitano emozioni oppure riflessioni. Perché senza le parole a volte si può dire molto di più, perché esprimersi è un diritto, perché lottare rende liberi. Banksy è un uomo libero e non ha paura di esserlo.


Chiara Zaniol

Nessun commento:

Posta un commento