venerdì 15 novembre 2013

Chiacchiere con una statua

- Ciao cara signora.
- Perché cara?
- Per quello che rappresenti.
- E cosa rappresento?
- Beh... Innanzi tutto tu rappresenti un sogno.
- Cosa? Rappresento NYC io.. È un sogno New York?
- No, rappresenti una delle più grandi aspirazioni dell'umanità intera. Rappresenti una sorta di motore che attrae.
- E attraggo chi?
- Tu muovi tutti coloro che cercano un futuro migliore mentre sono tartassati da una dittatura. Sei l'ambizione di tutti coloro che non sono liberi di alzare la mano e dire la loro idea. Nutrono un desiderio per te tutti quelli che non posso scrivere se non quello che vogliono i potenti.
- Ma non sono un faro per illuminare la rotta di quelli che voglio entrare nel fiume?
- No, tu rappresenti la libertà. Vedi la torcia che tieni in alto stretta nel pugno? Non è la luce di un faro, è il segno del fuoco inestinguibile della libertà che arde come il desiderio di noi uomini e donne per te. Vedi le catene che tieni rotte sotto i piedi? Sono il simbolo della sconfitta di ogni prigionia, di ogni limitazione non volontaria, di ogni oppressione.


- E il libro? Cosa c'entra il libro con la libertà?
- Su quel libro c’è impressa una data. Una data che significa molto perché per molto tempo ha rappresentato come te la libertà.
- 14 Luglio 1776. Cos'è?
- Anche questa data ha 
rappresentato un sogno. Tu apri le porte ad un posto che all'epoca era simbolo di libertà. Sai lo è ancora anche se il mondo si sta assimilando, inoltre lo è per la sua immensità.
- Da qui in alto vedo strade che corrono dritte verso l’orizzonte e deserti, a nord vedo espandersi boschi millenari oltre confine. Vedo le acque pure dei laghi e le nevi delle Montagne Rocciose.
- Queste cose spesso rendono a noi uomini il senso di libertà e immensità. Sai quante persone sono salite su una macchina sgangherata e si sono buttate veloci veloci verso il sole che si attardava a tramontare? Si sentivano liberi, con in tasca pochi spiccioli e nessuna meta stabile.
- Questo è quello che voi chiamate libertà?
- Beh, questo è una di quei sentimenti che noi chiamiamo libertà. Poi un’altra cosa è la libertà come diritto naturale e inviolabile di ogni uomo.
- Ma voi come potete dire di perseguire la libertà se avete capi di stato e regnanti?
- I nostri padri ci hanno tramandato come la libertà non sia l’anarchia ideologica, o almeno non necessariamente. Un giorno dei saggi scrissero che la libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce ad altri; così, l’esercizio dei diritti naturali di ciascun uomo ha come limiti solo quelli che assicurano agli altri membri della società il godimento di questi stessi diritti. Questi limiti possono essere determinati solo dalla legge. Per questo ci sono le leggi e i governi. Le leggi e lo stato difendono la libertà, non la riducono, perché la libertà è una sola e deve essere di tutti contemporaneamente. Ledo la Libertà se io per avere più potere schiavizzo una persona.
- Ma non è ovunque la libertà nel mondo. Esistono ancora gli schiavi anche se hanno nomi diversi. Vedo il loro dolore. Esistono ancora i prepotenti che limitano la libertà degli altri per arricchirsi.
- Si, ma noi speriamo che nel futuro la libertà regni su di noi tutti. In testa hai una corona a sette punte, una punta per ogni mare. La libertà e la sua luce si deve irradiare su tutti i sette mari e su tutti i sette continenti. Per questo ti hanno dato questo nome: La libertà che illumina il mondo.
- Di solito mi chiamano in un altro modo.
- E’ vero, sei conosciuta soprattutto con un altro nome. Ma anche la libertà stessa spesso è chiamata in altro modo. Delle volte chiamiamo libertà la giustizia assoluta, delle volte chiamiamo libertà l’immensità, delle volte chiamiamo libertà l’anarchia. Non sappiamo cosa sia la libertà perfettamente, abbiamo solo indizi e intuizioni, ma la vogliamo a tutti i costi come il bambino la cioccolata.

Andrea Colovini

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