- Perché cara?
- Per quello che rappresenti.
- E cosa rappresento?
- Beh... Innanzi tutto tu rappresenti un sogno.
- Cosa? Rappresento NYC io.. È un sogno New York?
- No, rappresenti una delle più grandi aspirazioni
dell'umanità intera. Rappresenti una sorta di motore che attrae.
- E attraggo chi?
- Tu muovi tutti coloro che cercano un futuro migliore
mentre sono tartassati da una dittatura. Sei l'ambizione di tutti coloro che
non sono liberi di alzare la mano e dire la loro idea. Nutrono un desiderio per
te tutti quelli che non posso scrivere se non quello che vogliono i potenti.
- Ma non sono un faro per illuminare la rotta di quelli
che voglio entrare nel fiume?
- No, tu rappresenti la libertà. Vedi la torcia che tieni
in alto stretta nel pugno? Non è la luce di un faro, è il segno del fuoco
inestinguibile della libertà che arde come il desiderio di noi uomini e donne
per te. Vedi le catene che tieni rotte sotto i piedi? Sono il simbolo della
sconfitta di ogni prigionia, di ogni limitazione non volontaria, di ogni
oppressione.
- E il libro? Cosa c'entra il libro con la libertà?
- Su quel libro c’è impressa una data. Una data che
significa molto perché per molto tempo ha rappresentato come te la libertà.
- 14 Luglio 1776. Cos'è?
- Anche questa data ha
rappresentato un sogno. Tu apri le porte ad un posto che all'epoca era simbolo di libertà. Sai lo è ancora anche se il mondo si sta assimilando, inoltre lo è per la sua immensità.
rappresentato un sogno. Tu apri le porte ad un posto che all'epoca era simbolo di libertà. Sai lo è ancora anche se il mondo si sta assimilando, inoltre lo è per la sua immensità.
- Da qui in alto vedo strade che corrono dritte verso
l’orizzonte e deserti, a nord vedo espandersi boschi millenari oltre confine.
Vedo le acque pure dei laghi e le nevi delle Montagne Rocciose.
- Queste cose spesso rendono a noi uomini il senso di
libertà e immensità. Sai quante persone sono salite su una macchina sgangherata
e si sono buttate veloci veloci verso il sole che si attardava a tramontare? Si
sentivano liberi, con in tasca pochi spiccioli e nessuna meta stabile.
- Questo è quello che voi chiamate libertà?
- Beh, questo è una di quei sentimenti che noi chiamiamo
libertà. Poi un’altra cosa è la libertà come diritto naturale e inviolabile di
ogni uomo.
- Ma voi come potete dire di perseguire la libertà se
avete capi di stato e regnanti?
- I nostri padri ci hanno tramandato come la libertà non
sia l’anarchia ideologica, o almeno non necessariamente. Un giorno
dei saggi scrissero che la libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce ad altri; così,
l’esercizio dei diritti naturali di ciascun uomo ha come limiti solo quelli che
assicurano agli altri membri della società il godimento di questi stessi
diritti. Questi limiti possono essere determinati solo dalla legge. Per
questo ci sono le leggi e i governi. Le leggi e lo stato difendono la libertà,
non la riducono, perché la libertà è una sola e deve essere di tutti
contemporaneamente. Ledo la Libertà se io per avere più potere schiavizzo una
persona.
- Ma non è ovunque la libertà nel mondo. Esistono ancora
gli schiavi anche se hanno nomi diversi. Vedo il loro dolore. Esistono ancora i
prepotenti che limitano la libertà degli altri per arricchirsi.
- Si, ma noi speriamo che nel futuro la libertà regni su
di noi tutti. In testa hai una corona a sette punte, una punta per ogni mare.
La libertà e la sua luce si deve irradiare su tutti i sette mari e su tutti i
sette continenti. Per questo ti hanno dato questo nome: La libertà che illumina
il mondo.
- Di solito mi chiamano in un altro modo.
- E’ vero, sei conosciuta soprattutto con un altro nome.
Ma anche la libertà stessa spesso è chiamata in altro modo. Delle volte
chiamiamo libertà la giustizia assoluta, delle volte chiamiamo libertà
l’immensità, delle volte chiamiamo libertà l’anarchia. Non sappiamo cosa sia la
libertà perfettamente, abbiamo solo indizi e intuizioni, ma la vogliamo a tutti
i costi come il bambino la cioccolata.
Andrea Colovini
Buona la cioccolata Colo =)
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